🛑 CYBERBULLISMO: QUANDO L’ODIO CORRE ONLINE, LA LEGGE NON GUARDA IN SILENZIO
Viviamo in un’epoca in cui uno smartphone può diventare un’arma. Il cyberbullismo è una realtĂ drammatica, spesso invisibile agli occhi degli adulti, ma devastante per le vittime, soprattutto tra i piĂą giovani.
📲 Offese, minacce, umiliazioni pubblicate sui social, nei gruppi WhatsApp o in chat private non sono “scherzi da ragazzi”: sono reati. E l’ordinamento italiano è chiaro.
📌 La Legge 71/2017 è la prima norma che riconosce e combatte il cyberbullismo, prevedendo:
• Il diritto alla rimozione immediata di contenuti offensivi dal web;
• Il coinvolgimento delle scuole per prevenire e formare;
• L’ammonimento del minore responsabile da parte del Questore.
Ma non finisce qui.
📚 Chi perseguita, diffama, minaccia o espone un ragazzo al pubblico ludibrio digitale può rispondere di reati gravi come:
• Diffamazione (art. 595 c.p.)
• Minacce (art. 612 c.p.)
• Stalking (art. 612-bis c.p.)
• Trattamento illecito di dati personali
• E, nei casi peggiori, pornografia minorile o istigazione al suicidio.
đź”’ Nessuno schermo è davvero anonimo. Nessuna tastiera è libera dall’etica e dalla legge.
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